Cheloidi
Queste mie poesie, inedite in volume, sono apparse, nel dicembre 2013, sul numero 72 di Atelier.
Rappresentano, come implicitamente suggerito dal titolo, qualcosa di anomalo, di mostruoso, all’interno di quanto mi è capitato finora di scrivere.
CHELOIDI
I
. Dice: «Amo, sono amato, non sono
. . . felice. Le ferite cicatrici
si fanno, e informi. Le radici
danno pruriti indecenti talvolta.
. . . Cura non c’è che non li aumenti. Senti
. . . . . . . . . . . . persino tu
. che il presente non rimargina più».
II
. «Sembrerebbero semplici», risponde
. . . . . . . . . qualcuno, «inestetismi,
. da occultare soltanto come pessime
. . . . . . . . . poesie, egoismi
che sovvertono l’ordine
. . . . . . . . . generale: disfunzioni semmai
dell’opera comune.
. . . . . . . . . . . . Ma è normale
. . . . . . . . . . che una lingua di lettere impazzite
. . . . . . . generi una sintassi mostruosa.
. . Le passioni non passano e da sempre
sapeva che ogni bella cosa
. . . . . . . . — ironia della morte —
. . svanendo svela le sue perversioni».
III
. . «Non vanno a posto da sole le rose»
conclude un altro. «Dunque
. . . . . c’è una faccenda irrisolta e spinosa
. . . per me sulla sua pelle: ogni lesione
si fa assenza gemmante se piastrine
. . . . . . . . . . . . . . e globuli si dannano
. . . . . . . . . . . . . . in ogni direzione.
. . . . . Tumori si direbbero, benigni.
. . . . . Il messaggio criptato
. . . . . nel loro tatuaggio è una lezione
. . . . . che ha già dimenticato, spettatore
. . . . . . . . . . . . . . inerte della confusione».
IV
. . «Macché, non sono solo macchie, è sangue
che non smette di rispondere al male
. . . . anche a distanza d’anni, emblema chiaro
di un gene personale che fa danni.
. . . . . . . . . Il cuore, vedi qui,
. . . . . . . . . sembra voler uscire, cerca il premio
. . . . . . per generosità in eccesso, vanto
malcelato, virtù
. . . . . . voltata in vizio, genio sregolato».
V
. . «Ormai tacete, amici, fa lo stesso»,
. . . . . . . . . . . . . . . torna a parlare lui.
«Se voglio dico a me
. . . . . . . . . medico di me stesso: “ferma il sangue!”.
. . . . . È lo stesso, davvero.
. . Sono sincero: fermo il sangue, adesso.
La vena è dura, già pronta per l’ago —
. . . . . ma la vera avventura per me è scritta
. . nel passato presente che mi pulsa
. . . . . . . . . in alfabeto morse
l’oroscopo che non delude: niente
. . più della morte mi farà immorale,
. . . . . . . . . il foglio è un lago
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . destinato a palude.
. . . . . State distanti.
. . . . . . . . . . . . . . A me l’amore è male».
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