Un dio bambino

Il dio bambino, la semplicità e lo scandalo della morte

Ricevo notizia che una ex studentessa della mia scuola è morta a vent’anni in casa ieri per un improvviso malore (la sorellina frequenta ancora la terza media, non nella mia sezione). Aveva cantato alla messa di natale a cui avevo partecipato, dai salesiani. Mi dicono anche di un annuncio funebre per un bambino di 5 anni, nel paese in cui insegno.
Poi leggo di Murgia e dell’idea che i cristiani semplificano, si consolano con l’immagine di un Dio Bambino.
Ora, io non so se posso considerarmi un credente, ma ho una convinzione. Chi non crede (o meglio, chi crede di non credere, ma crede alla non esistenza di Dio, indimostrata) semplicemente, di fronte a certi fatti, si rassegna. Chi crede, si scandalizza, si interroga, ingaggia con dio una lotta.
O la rassegnazione o il dramma. Non c’è scampo

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