Oltre la sestina
Ci sono volte che hai intercettato una vena e il linguaggio fluisce, se è dato, persino con la grazia e la forza di un canto. Altre volte invece si scava, si picchia, si cerca con più affanno, mendicando sillaba su sillaba.
Si dice che nella poesia italiana la canzone-sestina sia la forma chiusa più ardua da comporre. Nel mio caso, più che la sestina, rappresentata nel mio ultimo libro dalla poesia Monologo del dittatore, la struttura più complicata è certamente rintracciabile nella canzone Le sillabe comete. Lo schema in questo caso è il seguente:
a
B
c (ipermetra)
D apparente decasillabo, tutto in allitterazione
(c) E
f (tmesi)
G
(e) G
Ovviamente, le lettere maiuscole indicano i versi endecasillabi, quelle minuscole settenari. Le parentesi segnalano rime interne, in posizione fissa. La rima (c) al quinto verso crea un quinario a sé stante (con eccezione solo per la prima strofa), la rima (e), invece, un settenario.
Il quarto verso è un decasillabo apparente: si “aggiusta” aggiungendo la sillaba del verso precedente, che eccede la misura della rima. In ogni caso, le parole portanti di questo verso sono allitterate, cominciano cioè tutte con la stessa lettera.
La canzone si compone dunque di cinque strofe che riproducono questa matrice. Ecco la seconda, a mo’ di esempio:
Ho attraversato il verbo
e più non dico “corri” oppure “stai”
piuttosto in solitudine
penetro parole a palme piene
di vento (e chiudi. . presto, che si spaccano
le sillabe-come-
te) e più non parlo, ascolto, e se mi volto
faccio di virgole e H . . icone, volto
Data la complessità della struttura, sono rimasto sorpreso quando, durante la presentazione milanese, mi è stato chiesto di leggere proprio questo testo. Ma l’impressione dell’esperimento è stata buona. La struttura, per quanto rigida, non ha preso il sopravvento, ha creato l’attrito giusto.
Si attendono ulteriori conferme dai lettori, ovviamente.
Ciao.
Una domanda.
Perché tutto quello spazio bianco tra:
chiudi ——presto
e
H——icone, volto.
e ancora:
perché quell’andare a capo:
le sillabe-come-
te)
–
Qual è lo scopo di queste “forzature” tipografiche?
Grazie.
Le ragioni sono essenzialmente iconiche. Sono fratture, in parte per “mostrare” ciò che molti non coglierebbero, in generale perché in questo “combattimento” con la lingua queste sono le mosse, le forzature, gli slogamenti. Era un periodo un po’ così, questa forma rende bene il mio rapporto con la lingua, in quel momento