L’officina dello scrittore

È sempre interessante (e forse anche un po’ perverso, ammettiamolo) spiare l’officina di uno scrittore. Io mi sono anche divertito con una piccola inchiesta. Più che carpire gli strumenti e i riti, ci interessa scoprire il metodo che governa l’intuizione, che la promuove e la sostiene affinché si concretizzi. E per metodo si intende ovviamente anche l’apparente assenza di regole con cui un’arte si manifesta.

C’è per esempio chi pianifica la stesura di un romanzo con uno sguardo sull’intera struttura, cosicché quando stende la prima riga già sente vibrare, in lontananza, il finale. C’è chi deve avere in mente il centro, l’episodio irradiante. C’è ha bisogno solo di sintonizzarsi sulla frequenza giusta della prima scena, poi, una volta trovato il tono, la scrittura sarà una piacevole e improvvisata discesa libera. C’è chi scrive e riscrive parti o addirittura l’intera storia, a ondate alterne. C’è chi smonta e rismonta la prima stesura cambiando personaggi o luoghi. C’è chi passa dalla fabula all’intreccio, provando varie combinazioni. C’è chi non rileggerebbe mai la pagina precedente e, una volta arrivato in fondo, ha davvero terminato il lavoro. C’è chi ha alcune scene che gli ronzano in testa ed è certo che devono combinarsi, ma non sa ancora come: le muove e rigira come tessere di un puzzle, finché non trova l’incastro. E così via.

Per quel che riguarda me, la mia esperienza è variegata, al limite del disturbo di personalità. Di base, c’è un pensiero progettuale continuo e ossessivo, che mi impone di coltivare decine e decine di nuclei, per arginare il caos. In effetti, si tratta spesso di intuizioni di opere anche molto difformi fra di loro. Questo stato perennemente progettuale mi impedisce di tentare subito l’impresa. Ma, quando poi arriva davvero il momento di dedicarmi in modo esclusivo a qualcuna di queste intuizioni, sulle quali si sono già sedimentati appunti diversi, per epoca e per caratteristiche, può accadere qualsiasi cosa. Non ho dunque un metodo, una strategia comportamentale prefissata. Ogni volta, devo scoprire come procedere, per via sperimentale.

E ora ho un paio di quaderni, accanto alla scrivania, che mi stanno guardando ossessivamente. Forse sono pronti ad azzannarmi.

Sta per iniziare una nuova avventura?

 

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *