Notizia straordinaria di nessunissima rilevanza
50505 parole, quasi a rilanciare uno scioglilingua che torna più volte nella storia e che parla di cinquemilacinquecentocinquantacinque strani esseri dal nome quasi impronunciabile; un solo unico paragrafo, non per scelta ma per naturale svolgimento di una sorta di musica a cui mi sono affidato per scrivere a partire da luglio (ma interrompendo il lavoro da ottobre a dicembre, benché fossi ormai di fronte allo sbocco finale – forse inconsciamente bloccato da ciò che arrivare in fondo avrebbe significato per me, più ancora che per altri impegni); 88 pagine, 300.519 caratteri spazi inclusi, 3571 righe in totale (senza nessun “a capo”, come detto): questi i dati crudi e inerti del mio nuovo romanzo, di cui proprio oggi ho terminato la prima stesura.
Quando conclusi Tutte le voci di questo aldilà, mi sentivo euforico. Al termine di questo, mi sento svuotato.
Ora comincerà la fase di revisione, che immagino di impostare sulla base di puri elementi linguistici, dal momento che la struttura narrativa è intoccabile – salvo ovviamente inattesi rilanci, legati appunto alla lingua, più che alla trama e ai personaggi.
Ma a chi racconto tutto questo? A nessuno.
Ci saranno sì e no quattro persone veramente interessate alla notizia. Eppure ho scritto con amore e perciò, da innamorato, lancio le mie dichiarazioni come se riguardassero la sopravvivenza dell’universo intero.
Va bene così. Scrivo a un pubblico di fantasmi. Lancio la palla nello spazio vuoto, confidando nello smarcamento improvviso di quell’unico lettore che potrebbe intuire la mia traiettoria assurda e sfondare la linea di difesa, per andare aldilà.
Mi sento svuotato. Ho colto la felicità alle spalle.
Chi di noi ha sbagliato i tempi? Chi è in anticipo, chi in ritardo?
Vista da qui, a me sembra un’impresa degna di entrare nel circuito degli sport estremi.
Vista da qui, a me sembra un’impresa degna di entrare nel circuito degli sport estremi.
Aspettiamo un breve estratto più avanti, magari.
Non so quante possano essere le persone veramente interessate alla notizia, ma so che io sono fra quelle.
Ho letto con piacere “Tutte le voci di questo aldilà” e aspetto con viva curiosità il nuovo romanzo.
Grazie.
Una persona (o un fantasma?).
Grazie del riscontro, Giovanni. Non c’è autocommiserazione nel conteggio dei lettori, in fin dei conti, ma un po’ di conforto è sempre piacevole. Del resto, anche l’eventuale successo è soggetto alla stessa legge della vanità universale. L’autore (per quel che pare a me) esiste come un acrobata che cammina sul filo di questi due abissi, la totale solitudine e il desiderio di incontro con gli altri, persino con un pubblico. In realtà, deve restare concentrato sul filo. L’unico reale incontro è alla fine della corda. Con chi? Staremo a vedere…