Solo come un cane

La solitudine dello scrittore

La solitudine dello scrittore è un mito romantico, oppure un dato reale e costitutivo? La scena che visualizziamo, pensando alla nascita di un’opera letteraria, è probabilmente quella di un autore  isolato da tutti che si arrovella con le parole e i pensieri, combatte con la pagina bianca – anzi, con il monitor e con la tastiera, ormai. Il mondo è il nemico che assedia la stanza, oppure un flusso di vita parallelo da cui pescare quel che serve, ma evitando di aderirvi, di lasciarsi travolgere dallo stesso. Continua a leggere

Il gioco delle freccette

IL GIOCO DELLE FRECCETTE CONTRO I MAESTRI (E TRA EPIGONI)

Su ciò che si ignora, si dovrebbe tacere. Ma se una massima del genere vale da qualche parte, certamente non ha cittadinanza nel mondo dei social. E poi, da scrittore, su ciò che ignoro talvolta provo a scrivere. Giusto per scoprire qualcosa, per imparare. Scrivo per grattar via la mia stessa ignoranza, per scorticarmi dal cervello i luoghi comuni e i concetti consolidati. Continua a leggere

Scrivere è come il Karate

Scrivere tutti i giorni

Nulla dies sine linea, sostenevano già gli antichi. E se c’è un punto su cui tutti i maestri di scrittura concordano, è proprio il fatto che sia importante scrivere ogni giorno. La scrittura, come un fuoco, va alimentata. La sorgente dell’ispirazione deve essere continuamente attraversata, perché i detriti non la occludano. Del resto, come si dice, il primo verso te lo danno gli dei, ma il resto è fatica. Continua a leggere

Corso di scrittura

Come ti organizzo un corso di scrittura creativa

Io, per me, un corso di scrittura non lo organizzerei, perché ce ne sono già tanti, e nemmeno mi danno fastidio, semplicemente non mi interessano (anche se a un corso tenuto da Gadda, per dire, mi iscriverei subito, pur sapendo di rischiare di addormentarmi dopo dieci minuti). Se però ci fosse modo di fare un po’ di dindini, perché no?, magari aprirei la mia scuola personale. Così, metto giù un po’ di appunti, si sa mai che quando andrò in pensione, se mai raggiungerò la pensione, se mai una pensione esisterà ancora il giorno in cui, si sa mai, insomma, che mi tornino utili. Continua a leggere

L'innominato, tela di Andrea Gastaldi

Scrittura e storia (sumite materiam)

Immaginiamo che uno abbia tutte le carte in regola per essere uno scrittore, un ottimo scrittore, forse persino uno scrittore di genio. Ha letto e sta leggendo quanto deve, padroneggia strutture e tecniche e sa persino innovarle. Ha una poetica personale e potente, anzi, ha addirittura una visione del senso dell’arte nel mondo contemporaneo.
Che cosa gli manca? Continua a leggere

Fine della società letteraria?

C’era una volta la società letteraria. Era composta, in fondo, da un numero limitato di persone, perché si viveva ancora all’interno di una struttura culturale aristocratica. L’epoca della società di massa era appena alle origini. Queste persone, che potevano considerarsi pienamente un’élite, si frequentavano, stringevano rapporti, discutevano, magari litigavano fino ad azzuffarsi, nel caso, ma avevano rapporti umani diretti. Continua a leggere

L’opera genera l’autore

Con un po’ di competenza e di impegno si può fare lo scrittore, e persino, tassello su tassello, costruirsi una carriera. Ci sono strategie raccomandabili, per questo, che offrono buone garanzie di successo. 

Ma per essere autori è necessario che l’opera prenda il sopravvento rispetto alle stesse intenzioni di partenza. Come se si fossero attivate inconsapevolmente energie impreviste della lingua, come se lo scavo nell’immaginario avesse liberato risorse ancora intatte, lo scrittore in questi casi si sente travolto – e forse persino stravolto dall’opera.  Continua a leggere

Dalle Grotte di Lascaux

Quando si diventa scrittori?

Quando sei l’unico felice mentre sul diario si segna come verifica un tema. Quando il tuo articolo sul giornalino della scuola viene citato in corridoio. Quando ti sorprendi a rileggere una pagina che hai scritto perché, perdincibacco, a te sembra proprio bella. Quando la ragazza a cui ti sei dichiarato con una poesia ti ha rifiutato, ma al fondo del tuo dolore senti ugualmente una brace di soddisfazione. Quando vinci un concorso, nel tempo in cui ancora puoi credere ai concorsi. Quando un parente o un amico ti chiede di scrivere una pagina per un’occasione particolare, perché solo tu puoi farlo. Quando pubblichi su una rivista nota in ambito letterario. Quando invece di pregare, scrivi. Quando un dolore che sembra sovrastarti riesci infine a imprigionarlo lì, in quel testo, e tu puoi andartene altrove. Quando ti accorgi che la distanza tra ciò che stai facendo tu e il libro sulla bocca di tutti è alla tua portata. Quando ciò che gli editori continuano a rifiutarti a te sembra sempre migliore di molte cose che quegli stessi editori pubblicano. Quando ti accorgi di non essere l’unico a macerarti con lo strano vizio di scrivere. Quando, all’interno della tua generazione, senti di avere una voce. Quando pubblichi il tuo primo libro, non importa se a pagamento. Quando leggi la prima recensione al tuo lavoro. Quando ti inviano dei testi per ricevere un’opinione. Quando firmi il primo contratto e questa volta ti pagano, per pubblicarti un libro. Quando ti invitano a un evento e la tua sedia è accanto a uno scrittore autorevole. Quando senti due che commentano la tua opera e non ti hanno riconosciuto. Quando ti riconoscono per strada anche se non hanno letto niente di te. Quando sbuca, fra i libri di scuola nella cameretta di tuo figlio, una tua plaquette. Quando sei citato in un saggio autorevole o in un’antologia scolastica. Quando nulla di tutto ciò è mai successo, eppure sei ancora lì che scrivi e accumuli progetti, mentre nessuno al mondo conosce il tuo segreto… Continua a leggere

Dolore e giudizio

Dolore e giudizio

Di fronte al dolore, l’unica reazione sensata è un rispettoso silenzio. 

Ma quando una sofferenza diventa racconto e si offre in lettura, il giudizio è richiesto. E più esplicitamente grave è il tema annunciato, più alta sarà l’aspettativa. Continua a leggere

Basquiat, Warrior (1982)

Peste e guerra di Paolo Fabrizio Iacuzzi

Andrea Cati delle edizioni Interno Poesia mi toglie la possibilità di ospitare nella collezione Opale un’antologia di Paolo Fabrizio Iacuzzi… Pazienza, che si moltiplichino progetti analoghi è normale ed è un bene, perché sono maturi i tempi per portare alla luce e recuperare il percorso già ampio, ma purtroppo sommerso, di molti poeti contemporanei. Continua a leggere