Un passo oltre l’inizio
Chi soffre non è profondo
M. De Angelis
Ricapitoliamo, ancora una volta, la situazione.
I poeti non credono nella parola, ma nel prestigio editoriale. Continua a leggere
Chi soffre non è profondo
M. De Angelis
Ricapitoliamo, ancora una volta, la situazione.
I poeti non credono nella parola, ma nel prestigio editoriale. Continua a leggere
(L’opera scelta come copertina è di Wanda D’Onofrio.
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Se un uomo rinuncia alla poesia per il potere,
avrà molto potere.
Se un uomo si vanta delle sue poesie,
verrà amato dai cretini. Continua a leggere
Per Ferragosto vi propongo il giochino che ho inserito nel mio romanzo. Viene dal capitoletto Di un enigma, di alcune comparse e della voce che tormenta Laura, con cui si apre la seconda parte. Riuscite a trovare la soluzione?
Max era nel suo studio, con un giornale in mano, concentrato sulle sue faccende e con un’aria piuttosto depressa. Come al solito, del resto. La casa era in ordine, pulita. Laura si abbandonò sulla poltroncina.
Prese in mano una rivista, cercando il modo di ingannare il tempo. Si soffermò su un gioco: Continua a leggere
(L’opera scelta come copertina è di Francesca Bersani.
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Questa poesia era rimasta esclusa da Il cielo di Marte. Resterà fra i miei versi apocrifi, testi formalmente incompiuti, ma con un’anima irredenta che ancora mi tormenta, come un fantasma
SALUTO AGLI AMICI E AI NEMICI
Quello che va coi suoi amici di vento
e vede superarsi
e riconosce gente dalle spalle
che fino a ieri diceva: «divento
colui al quale affidarsi», Continua a leggere
(L’opera scelta come copertina è di Stefano Bonazzi.
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La vita di uno scrittore è molto vulnerabile, quasi nuda. Non dobbiamo piangerci sopra. Lo scrittore fa la sua scelta e a essa è vincolato. Ma è vero che si è esposti a ogni vento e che alcuni venti sono davvero gelidi. Si è isolati, e in una posizione non facile. Non si ha alcun riparo, alcuna protezione, a meno che non si menta, nel qual caso, ovviamente, ci si costruisce la propria protezione e, si potrebbe dire, si diventa un politico.
Harold Pinter Continua a leggere
(L’opera scelta come copertina è di Salvatore Carvelli.
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Siamo sull’orlo di uno strappo. E ogni strappo costa sangue.
Questo Paese sta privando, se non l’ha già fatto, la mia generazione di un futuro. Il conto è salato, ma qualcuno, prima o poi, ce lo dovrà pagare.
Flavio Santi
Nel novembre del 2006 scrissi un editoriale che annunciava la fine di quella che qui abbiamo sempre chiamato opera comune. È rimasto inedito, giudicato inopportuno. Era invece solo intempestivo. Poi tutto è precipitato molto in fretta, purtroppo.
(L’opera scelta come copertina è di Teresa Sarno.
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Anche questa è una scheggia che, durante il labor limae del mio romanzo, è finita in mezzo ad altro, fino a rimettersi in ordine qui.
L’amore porta in sé la propria fine come il frutto il seme. E la sua fine è la stanchezza, l’abitudine. Un amore eterno per sua natura non esiste, potrà essere semmai durevole, perché lenta sarà l’esplorazione dell’estraneità. L’amore è effimero perché il sacro si può profanare, ma non possedere e preservare allo stesso tempo. Il sacro profanato non è più sacro. L’erotismo, invece, sa bene che è necessario mutare oggetto, per ripristinare il movimento verso il mistero. Continua a leggere
(L’opera scelta come copertina è di Kumudra.
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Nel novembre del 2006 scrissi il testo che compare qui sotto. Doveva diventare un editoriale di Atelier, ma è rimasto inedito, prima di entrare ora negli Smarcamenti.
Il lavoro è appena iniziato, le linee delineate esigono l’experimentum crucis, un’azione che è “verifica” nel senso etimologico del termine, verum facere, inverare o smentire.
G. Ladolfi
Inutile negarlo: l’opera comune è finita. L’età è stata fatta fiammare, e bene, per quel che si è potuto. Inutile cercare di mantenere un profilo indistinto, di gruppo: ormai ci conoscono per nome e soprannome. La giovinezza non può essere eterna. Amen. Continua a leggere
Prima o poi, magari, racconterò due o tre aneddoti che mi riguardano sui premi letterari. Intanto, però, sull’argomento ho già messo a confronto due personaggi di Tutte le voci di questo aldilà. La scena si svolge nella parte quarta del romanzo, in occasione del grande convegno organizzato per indurre Davide alla pubblicazione del suo capolavoro, ma che produrrà la manifestazione e l’intreccio di varie storie d’amore.
Le varie amenità di cui si discusse in sala furono, ovviamente, le più disparate. Mario Bètuda e Emilio Buarotti si scoprirono di vedute opposte, per esempio, anche in merito ai premi letterari.
«Mi hanno detto che hai vinto il Viareggio, con il tuo libro. Complimenti», ruppe un momento di silenzio al suo tavolo il Buarotti, rivolgendosi al poeta.
«Grazie. Ma non sono andato a ritirarlo.» Continua a leggere
(L’opera scelta come copertina è di Montserrat Diaz.
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Confesso che rinunciare a questo brano del mio romanzo è stato un bel sacrificio…
Marco Merlin
MRLMRC73D04B019R
c/o Web’s River
Via Santa Maria 7
28010 Barengo [NO]
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