Andrea Temporelli, Terramadre (2012)

Cuore messo a nudo (di Alberto Casadei)

Si potrebbe forse sostenere che la scelta di avviarsi a una sorta di dover essere metrico consenta una maggior disponibilità alla rivelazione

Si affida invece a una serie di schermi (a cominciare dallo pseudonimo sottilmente dannunziano) Andrea Temporelli, ossia Marco Merlin, animatore di “Atelier” con Giuliano Ladolfi e già approdato alla ‘bianca’ di Einaudi con il Cielo di Marte (2005). Benché dall’antologizzazione non emerga un dato macroscopico dell’evoluzione poetica di Merlin, e cioè la scelta di affidarsi in toto alle forme chiuse più elevate della tradizione italiana (cioè non tanto il sonetto, ormai usatissimo, bensì la canzone), i componimenti proposti sono significativi perché evidenziano alcuni nuclei dolenti della sua opera, trattati a volte con risentimento a volte con maggior distacco: esemplari, fra gli altri, “Nel nome della madre” e “Domina”. Si potrebbe forse sostenere che la scelta di avviarsi a una sorta di dover essere metrico consenta una maggior disponibilità alla rivelazione, all’affrontarsi con il ‘cuore messo a nudo’.

(Alberto Casadei, Il miele del silenzio. Giovani poeti italiani, «Poesia», XXII, 242, ottobre 2009, p. 54)

Marco Merlin - Andrea Temporelli: libri

L’iniziazione alla vita (di Giancarlo Pontiggia)

La poesia di Temporelli nasce, mi pare, proprio nel segno di Marte, il dio della guerra inscritto etimologicamente nel nome di battesimo

«Stando alle testimonianze più attendibili, Andrea Temporelli è nato nel ’73 a Borgomanero, anche se non è registrato in nessuna anagrafe. Attualmente vive tra San Maurizio d’Opaglio e Talonno di Invorio. Si occupa della rivista “Atelier”, in particolare la imbusta, vi appiccica le etichette con gli indirizzi, la infila negli scatoloni per la spedizione. È alto 175 cm, ha due figli ma solo una moglie. Ha pubblicato Il cielo di Marte (Einaudi 2005), che non ha vinto nessun premio letterario».

Se così recita, alla lettera, la biografia ufficiale, non me ne vorrà l’autore se mi accingo a svelare ciò che in fondo tutti sanno, Continua a leggere

Il cielo di Marte (Einaudi, 2005)

Il superamento del lutto (di Giuliano Ladolfi)

In Andrea Temporelli (1973), poeta completamente estraneo al “Novecento”, l’aspetto stilistico e quello contenutistico coincidono e riconciliano la poesia con la realtà

In Andrea Temporelli (1973), poeta completamente estraneo al “Novecento”, l’aspetto stilistico e quello contenutistico coincidono e riconciliano la poesia con la realtà. La ripresa delle forme tradizionali — della canzone in particolare — non si attesta su posizioni anacronistiche come in D’Elia o in Conte, Continua a leggere

Marco Merlin, Nel foco che li affina (2009)

L’equivoco (di Paolo Febbraro)

Ma allora, oggi, chi è Marco Merlin?

È uno dei temi di riflessione che ha destato la lettera che Marco Merlin (inserito, come ci sembrava opportuno, nella schiera dei poeti-critici) ha voluto unire alla scelta dei suoi poeti. La lettera è da Nisini riprodotta per intero in Appendice all’Inchiesta, ma qui ne cito alcuni stralci:  Continua a leggere

Il cielo di Marte (Einaudi, 2005)

Precondizioni interpretative o Nonostante la crisi (di Mimmo Cangiano)

La sua poesia lavora sui concetti di tempo e gioia, dove la seconda si caratterizza come superamento del primo (luogo in cui colpa e violenza sono inevitabili)

Retrocedo anagraficamente di qualche anno per parlare di quello che, a mio giudizio, è uno dei libri più interessanti di questi anni: Il cielo di Marte di Andrea Temporelli (pseudonimo di Marco Merlin, classe ’73).

La sua poesia lavora sui concetti di tempo e gioia, Continua a leggere

Il cielo di Marte (Einaudi, 2005)

La fine del “novecento” (di Giuliano Ladolfi)

Il risultato fonde in modo originale tradizione e contemporaneità

La produzione poetica di Andrea Temporelli (1973) ha suscitato l’attenzione di autorevoli critici come Giovanni Raboni e Roberto Galaverni. Con lui il processo di distacco dal “novecento” appare giunto al termine. La sua poesia, nata e coltivata nel respiro di «Atelier», si radica su un’acuta consapevolezza artistica maturata in un decennio di attività di critico. Non è un caso Continua a leggere

Senza aspettarsi niente (di Matteo Marchesini)

la sua è una figura senz’altro emblematica […] una figura in cui affiorano in maniera nitida e direi didascalica alcune contraddizioni tipiche di una larga fetta della generazione dei trentenni

Chi volesse ritrarre i letterati nati negli anni Sessanta in un breve fumetto, potrebbe intitolarlo I manager con le scarpe da tennis. Gli toccherebbe abbozzare per rapide pennellate una serie di personaggi pignoli come esperti di marketing, ma anche sportivi e alla mano come i compagni delle scuole superiori: gente che condivide volentieri le partite di calcetto o i concerti metal, ma considera pomposa ogni discussione sulla vecchia cultura umanistica, citata sempre con doveroso understatement. Continua a leggere

Incontro di Ettore e Andromaca, di Gaspare Landi (1794-95)

Dal figlio al padre sotto il Cielo di Marte (di Gianni Marchetti)

Sotto lo pseudonimo di Andrea Temporelli si nasconde e si rivela ad un tempo l’identità di Marco Merlin. Il fatto che un appena trentenne che al suo esordio ha avuto l’onore di essere pubblicato per la più prestigiosa collana di poesia italiana (“la bianca” di Einaudi) abbia scelto di celare il proprio vero nome, in un’epoca di imperante esibizionismo e smania di riconoscimento, denota un understatement che depone a favore di una posizione decisamente post adolescenziale e matura. È la creatura-poesia che deve andare avanti nel  mondo, non l’autore, tocca ad Astianatte farsi avanti, ad Ettore lasciargli il suo posto nel mondo adulto. Continua a leggere

Marco Merlin - Andrea Temporelli: libri

Il duplice respiro (di Matteo Veronesi)

Temporelli «scrive per uccidere». Vengono in mente […] certi versi dell’ultimo Wilde, quello della Ballata del carcere di Reading: «Ognuno uccide la cosa che ama».

Due libri, l’uno di poesia, l’altro di critica (Il cielo di Marte, Einaudi, Torino 2006, e Nodi di Hartmann, Atelier, Borgomanero 2006), giungono fra le nostre mani, direbbe Renato Serra, come un «dono», come un frutto puro, limpido e fresco, madido della stessa linfa vitale e vivificante che pervade i due risvolti e i due dominî (contrassegnati e marcati dalla distinzione, o dall’indistinzione, dell’identità una e duplice – quasi ricoeuriana dialettica di ipse e idem – suggerita dal binomio di pseudonimo e nome) in cui si manifesta e si articola una autentica esperienza esistenziale e creativa. Continua a leggere

Il cielo di Marte (Einaudi, 2005)

Microrisposte al volo. Intervista di Stefano Lorefice

sono d’accordo con Eliot: “il verso libero non esiste”

1) Poesia=arte marziale? C’è una disciplina di fondo di cui necessita la poesia?

“Marziale” sembra riferirsi perfettamente al mio modo di intendere la poesia, visto che la mia raccolta si intitola “Il cielo di Marte”… Ogni cosa, comunque, ha una propria disciplina. Anche la spontaneità. Anche il respiro. Continua a leggere