Narrativa contemporanea: Cristina Venneri
Alla pesantezza dei fatti Cristina Venneri preferisce la levità dello stile, che trasfigura e alleggerisce (esorcizza, a tratti rende ironici) anche i dati drammatici della storia.
Continua a leggereAlla pesantezza dei fatti Cristina Venneri preferisce la levità dello stile, che trasfigura e alleggerisce (esorcizza, a tratti rende ironici) anche i dati drammatici della storia.
Continua a leggereNell’epoca dell’autofiction, documentare la propria adolescenza e la propria giovinezza è una tentazione ancora più forte. E più che lecita, ovviamente, soprattutto se, alle crisi e alle turbolenze dell’età, nelle sue fasi up e down, si associano traumi specifici da raccontare.
Continua a leggereLa scissione sembra essere, per Giorgia Tribuiani, la questione cruciale, replicata e variata a diversi livelli: tematico, stilistico, strutturale. Così per esempio il personaggio di Blu proponeva un’adolescente dimidiata: è insieme Blu (soprannome attribuitole fin dall’infanzia) e Ginevra.
Continua a leggereSpesso si elabora un giudizio pigramente negativo rispetto alla letteratura contemporanea, sull’onda di polemiche, battute, considerazione dei libri che seguono il mainstream, premi letterari, kermesse per il grande pubblico. Continua a leggere
Se è vero che certi libri devono recare in copertina la dicitura V.M. 18, allora altri dovrebbero esibire avvertenze comunque fondamentali, del genere: “Forti controindicazioni per i bibliofili”. Mi spiego partendo un po’ da lontano. Da giovane, quando abbastanza regolarmente mi vedevo con altri giovani scrittori o, meno regolarmente, con altri scrittori meno giovani e già affermati, ogni occasione era una risorsa preziosa: tornavo a casa con un elenco di autori e titoli più lungo della spesa all’ipermercato. Continua a leggere
La prima impressione, inoltrandosi nei sedici racconti che compongono i Miti personali di Matteo Marchesini, è quella di imbattersi in un, pur pregevole, esercizio postmoderno. La ricerca della sorpresa, magari del semplice capovolgimento o comunque della variazione sorprendente, all’interno del corpo statico del mito, delineano un’intelligenza e un piacere letterario sofisticato. Poi però i temi si infittiscono, la profondità aumenta, gli indizi si annodano. In più, si risale cronologicamente fino al presente per approdare, in un crescendo artistico, al magnifico Conoscersi, racconto che da solo occupa la seconda sezione del libro, e il cui titolo diventa infine sintomatico. I miti classici dell’inizio (Orfeo, Ettore e Achille, Atteone…) lasciano il posto a rivisitazioni di personaggi storico-letterari (Gesù, Leopardi, Kant…) fino a dare corpo a figure contemporanee. Si tratta dunque della restituzione di un percorso che piega la cultura verso la naturalezza, intesa ovviamente come ricca stratificazione, seppur vestita coi panni di una maggiore semplicità o immediatezza. E anche i titoli dei racconti occhieggiano a una struttura di pensiero complessa, suggeriscono un itinerario culturale completo (Poesia, Fine dell’epica… Storia… Religione… Dio, Prosa). Continua a leggere
A proposito di talenti da non perdere e titoli da ripetere come mantra per resistere, quanto possibile, alla dissoluzione della tradizione e all’oblio delle opere: di primo acchito, avevo annotato i nomi che mi erano venuti in mente. Non sono in grado, sul versante della narrativa, di esprimermi con totale cognizione di causa: provengo da letture soprattutto poetiche e saggistiche e della narrativa contemporanea ho una panoramica parziale. E tuttavia, mentre i ragionamenti intorno al tema continuavano ad avvitarsi, sono riemersi altri nomi, che non posso trascurare (e sui quali, in effetti, mi ero talvolta già esposto). Continua a leggere
La mia generazione, e parte di quella successiva, sta arrivando al traguardo. Accumulate pubblicazioni, esperienze, avventure, kermesse, performances ecc., alcuni possono proclamare di avercela fatta. Sono riconosciuti, vincono premi prestigiosi, ricoprono ruoli importanti, hanno voce in capitolo. Sono ormai autori adulti e nei prossimi decenni mireranno a divenire venerati maestri. Continua a leggere
Se il genio non si può esaurire e chiudere in una definizione, non si può insegnare. Tutto ciò che può insegnare un manuale o una scuola di scrittura è falso, in quanto codificazione standardizzata di qualcosa che, invece, mira a esorbitare da ogni standard. O, quantomeno, si tratta di un insegnamento falsificabile, poiché inessenziale, dal momento che riguarda la carriera letteraria e non il genio. Si può insegnare il mestiere, ciò che concerne la tecnica, la struttura: si può imparare a pattinare sul testo, anche con maestria. Ma il colpo d’ascia che apre all’abisso viene inferto solo dalla vita. Continua a leggere
La recente risposta di Moresco (l’Espresso n. 36, agosto) a un intervento di Cotroneo che rilanciava il ritornello lamentoso di una letteratura esangue, soprattutto perché incapace di rompere gli schemi dei generi e pedissequamente allineata con i dettami delle scuole di scrittura (così, almeno, nel filtro di Moresco; a me pare che l’intervento di Cotroneo muovesse però da presupposti più interessanti e non sviluppati), è sintomatica e mostra il tratto critico dello stesso autore dei Canti del caos, che si pone come campione di coloro che non hanno sciolto il grande dilemma interiore: perseguire metodicamente la via della carriera letteraria o dedicarsi in modo assoluto alla realizzazione della propria ricerca artistica? Continua a leggere
Marco Merlin
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