Tag Archivio per: NARRATIVA CONTEMPORANEA

Narrativa d’oggidì: Giorgio Fontana

Alla ricerca dell’equilibrio tra l’amore per la parola (potenza narrativa) e l’amore per i personaggi (forza emotiva), Giorgio Fontana risponde alle nostre domandine impertinenti

Perché scrivi?

Eh, saperlo. Alla fine sono arrivato a questa conclusione: scrivo perché è il mio modo fondamentale di rapportarmi alla realtà — sia esistenzialmente che eticamente. È il mio modo di mettere insieme i pezzi, e di porgere questo insieme ad altri. Continua a leggere

Narrativa d’oggidì: Flavio Santi

Tocca a Flavio Santi portarci all’interno della propria officina. Dopo Omero, sostiene, nessuno può pretendere di esorbitare rispetto alla propria realtà contemporanea.

Perché scrivi?

Perché andare in analisi costa troppo. Continua a leggere

Marco Candida

Narrativa d’oggidì: Marco Candida

Con quale candore Marco Candida confessa che la scrittura è una forma di preghiera, perché l’autore è una spugna di silenzio che s’imbeve del mondo…

Perché scrivi?

Qualche giorno fa sono stato a una seduta di yoga. Era una cosa che volevo fare da parecchio e qui a Grand Forks North Dakota dove attualmente vivo mi si è presentata finalmente l’opportunità. Credo si trattasse di meditazione e non proprio yoga, c’era comunque da sedersi e stare per lo più in silenzio, respirare, ascoltare se stessi, ascoltare il proprio respiro, concentrarsi, quelle cose lì. Ho scoperto di non essere tagliato a farlo. Semplicemente non lo sopportavo. Non ce la facevo. Voglio dire, il silenzio e tutto il resto. Continua a leggere

Ade Zeno

Narrativa d’oggidì: Ade Zeno

Ade Zeno ci ricorda l’arte dell’eccesso, il coraggio di imporre la propria fantasia, il fastidio e il dolore che costellano la via per raggiungere una paradossale leggerezza

Perché scrivi?

Fondamentalmente per due motivi. Il primo è imputabile al mio essere dispettoso. L’idea di imporre la mia scrittura, le mie storie, i miei immaginari a una (per altro assai esigua) massa di perfetti sconosciuti mi colma di piacere perverso. Chi mi frequenta sa quanto io goda subdolamente nel procurare fastidio al mio prossimo. Niente di irreparabile, comunque. Sono un tipo abbastanza educato, alla fine provo sempre a farmi perdonare. Il secondo motivo, molto meno importante del primo, riguarda invece la necessità di provare a me stesso che sono ancora vivo. Condivido spesso l’illusione che ai morti non sia concesso scrivere. Continua a leggere

Narrativa d’oggidì: Nicola Lagioia

Dalla casa editrice di tendenza Minimum Fax all’istituzione del Salone del libro; da Roma a Torino: parla Nicola Lagioia, un primo della classe che si mette in gioco per diventare un fuoriclasse

Perché scrivi?

Lo scrittore per me è qualcosa a metà tra l’esorcista e lo scienziato: ci si confronta con un demone a cui apparteniamo per privilegio di nascita o perlomeno d’infanzia, e nello stesso tempo si tenta di scoprire qualcosa a proposito del caos del mondo esterno. La relatività ristretta non esisteva prima di Einstein e la stessa cosa si può dire del bovarismo prima di Flaubert. Non è vero. Sia la relatività ristretta che il bovarismo già esistevano, indipendentemente da Einstein e Flaubert. Solo, non erano ancora stati trovati. Continua a leggere

Narrativa d’oggidì: Alessandro D’Avenia

Laconico, profondo, puntuto, autoironico. Alessandro D’Avenia mira alla semplicità che è conquista, distillato di vita e di letteratura – e prova a darci una lezione partecipando al nostro “carotaggio grullo e geniale”

Perché scrivi?

Per parlare con Dio. Continua a leggere

Carotaggio grullo e geniale per tastare la narrativa d’oggidì

Qualche anno fa mi sono dilettato con un questionario sottoposto a diversi narratori, a partire dalle “giovani promesse”. Nei prossimi giorni vi riproporrò le risposte ricevute, ma se volete riattivare il giochino “serissimo” potete annotare fra i commenti (o sulla pagina facebook) le vostre risposte.

Ecco il cappello introduttivo e le domande: Continua a leggere

Abbraccio fra San Pietro e San Paolo

Brullo come San Paolo, eretico e colossale

Davide Brullo è un tarlo che si è insediato subito nel Grande Codice, se ne è nutrito, andando soprattutto a rovistare nelle pieghe recondite, nelle varianti, in ciò che soggiaceva ancora inerte, in attesa di essere risvegliato. Ha perciò iniziato una furiosa attività di traduzione, volta a rigirare la cenere e riattizzare fiamme pericolose e ispirate. Si ustiona con gioiosa santità di eretico da sempre, Davide Brullo. Continua a leggere

Causa al vincitore del prossimo Campiello

Malgrado sia un amico, malgrado non sia nel mio stile adire le vie legali (preferisco incontri notturni in vicoli ciechi, o la vendetta attraverso la letteratura), tra poco mi troverò costretto a far causa al prossimo vincitore del Campiello. Continua a leggere

Vendere racconti (o del qualunquismo)

Leggevo ieri un interessante articolo di Salvatore Anfuso, Vendere racconti a una rivista cartacea. Ci si chiede qui se esistano ancora riviste (cartacee) in grado di pagare la pubblicazione di racconti (sì, ne esistono) e se esistano riviste di un certo prestigio letterario, capaci di “lanciare” anche nuovi autori, che non siano eccessivamente partigiane, snob, letterariamente orientate, che siano insomma aperte a ogni forma di contributo, a prescindere dal genere, affinché un racconto “scritto bene” trovi accoglienza. Attraverso il tam-tam dei commenti, è emerso inoltre il sogno di fondare una nuova rivista, che rispondesse, se ho ben capito, a tutti i requisiti finora indicati, ovvero: Continua a leggere