Davide il salmista

I Salmi di Davide

Ho un rapporto speciale con il libro dei Salmi. Ha rappresentato il sottofondo di anni esaltanti e feroci della mia vita, mentre fuggivo dalla morte di mia madre e abbandonavo il resto della famiglia per entrare in seminario, a lottare con Dio, intruppato insieme a una masnada di altri ex-bambini, ciascuno con le proprie ragioni del tutto irragionevoli per trovarsi lì. Probabilmente, i salmi sono stati l’incubatrice dei miei primi tentativi poetici – aborti inconsapevoli, naturalmente. Continua a leggere

Unlikely #27, fotografia digitale di Giuseppe Colarusso (cm 50x35)

Labor limae

Appena terminata la prima rilettura del romanzo. Doveva trattarsi di una grossolana revisione di superficie, grammaticale e linguistica, e complessivamente è stato così. Del resto, ho scritto la storia di getto, senza mai rileggermi se non giusto le righe necessarie per riprendere il discorso e soprattutto il tono.

Tuttavia, sono rimasto alquanto sorpreso di essermi imbattuto in un errore strutturale imprevisto. Continua a leggere

Piranha

Tra piranha e sirene. Pensieri alla spicciolata sulla mediocrità in letteratura

Nessuno si salva da solo, scrivevo. Eppure, rintanati come cavernicoli nei nostri social, quando la giovinezza interiore rimorde ci perdiamo in rivoli di pseudo-discussioni nei commenti inconcludenti di qualche post – prima di picchiarci sulla fronte e ripeterci che è inutile sprecare tempo ed energie, già si dorme poco e la vita non dà tregua, c’è da ridipingere la parete, comprare il mangime per il cane, scarrozzare i figli, andare a trovare i parenti almeno durante le feste, ecc. ecc.
Intanto Proust in posa sulla copertina dei suoi volumi sullo scaffale ostenta un’infinita, strafottente pazienza. Continua a leggere

Storica fotografia del caffè Giubbe rosse a Firenze

La letteratura tra salotti, caffè, palestre e catacombe (partendo dalle aule)

La vita da prof espone a un pericolo: l’assuefazione alla via in discesa. Il cartello stradale è chiaro: “Insegnamento”. Per questa via la logica è semplificare. Colui che sa, il docente, deve portare il sapere a chi è in basso. Il rischio sono il comfort e la presunzione, ma più subdola è anche la sedimentazione nel linguaggio e nel pensiero di quel punto di vista – semplificatorio, appunto. È ben probabile che il prof apprenda con gli anni lo slang giovanile, accolga i tic delle mode, dia al proprio repertorio espressivo (e dunque al proprio pensiero) una curvatura sempre più elementare. Continua a leggere

Corona d'alloro e vanità

Controcanto del poeta

Da secoli il poeta ha perso l’aureola. Eppure, proprio per questa marginalità la sua figura s’ammanta ancora di misticismo, di eroismo, di fascinosa dannazione. Il poeta è diventato il reietto, l’escluso, l’incompreso, il solitario. In virtù di un amore totalizzante e irragionevole, esiliato dalla società contemporanea, ora può glorificarsi nella polvere, perché è il più consapevole della falsità dell’alloro con cui ora s’incoronano insulsi pennivendoli, star della mediocrità imperante. E come gode mentre nell’ombra aspira avidamente l’acre vanità che lo circonda! Continua a leggere

Non costruiamoci maschere peggiori

Lo spavento di scoprirsi vivi

Stiamo tutti quanti attraversando mesi traumatici, o quantomeno faticosi. In merito alla pandemia si sono sollevati mille discorsi e, giustamente, tutti i pensatori cercano di progettare sé stessi e l’umanità oltre l’improvvisa capriola che la natura ha imposto alle nostre abitudini e ai nostri paradigmi globali. La crisi deve trasformarsi in un’occasione di rilancio. I più, ovviamente, guardano l’immediato in termini economici, gli innovatori più lungimiranti parlano in termini antropologici. Molti di questi discorsi sono interessanti e lucidi.

Resta di fatto che, al momento, siamo impantanati, soffocati da zaffate di tristezza. L’umanità è depressa, e ne ha ben donde.

Che fare?

Io ho di fronte, gran parte della giornata, ragazzini di undici, dodici, tredici anni. Alcuni (ancora per quanto?) ho la possibilità di incontrarli in aula e in cortile; altri, i più, dietro a uno schermo. Sono i più giovani arruolati nella più grande prova di solidarietà globale che la storia abbia mai sperimentato. Continua a leggere

Pirlo, l'imperturbabile

Del distacco e dell’intransigenza

ovvero
Della vecchiaia

Mi considero una persona aperta al dialogo. Amo la dialettica. Mi infervoro su qualsiasi argomento intorno al quale abbia maturato una mia opinione, dal calcio liquido spinto verso il 3-2-5 sognato da Pirlo al giusto orientamento del rotolo della carta igienica da appendere. Figuriamoci quando si parla di letteratura. D’altro canto, rispetto a ciò su cui non ho un’idea personale, mi affido ciecamente a chi è al mio fianco. Continua a leggere

Francis Ponge

Dalla parte delle cose (Ponge)

Strane coincidenze. Su Instagram vado pubblicando le foto dei libri della mia biblioteca. Ho da poco postato Il sole in abisso di Francis Ponge e ora mi imbatto, cercando altro sul pc, in un appunto del 2003, suggerito proprio da quel libro. Eccolo:  Continua a leggere

Natura ed eccedenza

Del disinteresse

Ogni opera d’arte si fa luminosa per mezzo di una eccedenza disinteressata di senso, che le è fondamentale. Continua a leggere

Fuorigioco

L’arte e la regola del fuorigioco

L’opera d’arte inibisce.
Il chiacchiericcio viene attivato o fomentato da un commento, da un giudizio critico, da un pensiero razionale. Si può arrivare facilmente a discutere e persino litigare su un rigo che esprima un’opinione. Di fronte a un verso, no. Ti puoi imbattere in una poesia orrenda, non mostrerai all’autore la tua indignazione. Farai finta di niente, o cederai all’ipocrisia del “mi piace” per quieto vivere. Una pacca di incoraggiamento non si nega a nessuno. Perché, appunto, l’opera d’arte ha inibito l’aggressività, il senso del controllo, ha posto il suo oggetto fuori dal mondo.
È una dinamica consueta nei social. Continua a leggere