Valutazione

La valutazione sintetica e intuitiva

Quell’anno avevo davvero esagerato. Mi ero imposto di organizzare quasi tutto il programma di geografia di seconda media attraverso delle esposizioni e di permettere agli alunni di valutare i propri compagni. Ero pronto, ovviamente, a correggere il voto, temendo dinamiche immature facilmente immaginabili. Ma era una classe numerosa e il voto di simpatia o antipatia sarebbe stato riassorbito dalla media complessiva. Continua a leggere

Il metodo dei metodi

La pedagogia di don Bosco, a ben vedere, non aveva nulla di originale rispetto alle acquisizioni teoriche più avanzate del suo secolo. La sua originalità e fortuna derivava dal mix di elementi che hanno saputo trasformarsi in una pratica efficace, contemporanea allora. Per questo ogni metodo racchiude in sé la necessità della propria revisione.

Anche il metodo che stiamo delineando per baluginii su queste pagine, e soprattutto sperimentando nell’esperienza quotidiana, non pretende alcun marchio di originalità. Anzi, ci pare possa rinvigorire grandi capisaldi della tradizione pedagogica occidentale – magari disseminati qua e là e parzialmente dimenticati – risalendo addirittura alle sue origini. Certe mnemotecniche, per esempio, riportano dritti a Cicerone. Il “fuoco” di queste pratiche, però, resta la ricaduta nella realtà odierna. Continua a leggere

Competenze digitali

Ma non chiamatela scuola digitale

Ginnastica oculare per la lettura veloce o comunque per l’aumento della capacità di concentrazione; pratiche di rilassamento; insegnamento di mnemotecniche; metodi specifici per prendere appunti; uso in classe di quaderni e libri secondo precise pratiche di scrittura, sottolineatura, reperimento informazioni ecc.; cura dell’ordine e dei materiali; ambiente di apprendimento specifico con aule per materia (in quella di Lettere, di maggiore utilizzo, comparirà per esempio sulle pareti una linea del tempo in cui visualizzare eventi storici e culturali); costante uso di mappe concettuali e prevalenza, come metodologie didattiche, della combinazione fra “classe rovesciata” e “apprendimento cooperativo”, in modo che il carico di lavoro (compiti, esercizi, ecc.) sia svolto soprattutto in classe, alla presenza del docente, che può controllare i processi di passaggio dalle semplici conoscenze alle abilità e competenze; continua ricerca della inter/pluridisciplinarità, con condivisione di materiali con gli alunni (tutorial, slide, mappe, schemi, dispense, ecc.) e, col tempo, creazione di materiali didattici insieme agli studenti: ecco, questo è il mix di base (insieme a tanto altro) per la nuova sezione che abbiamo pensato a  scuola.

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Castighi e premi

Ecco che cosa scriveva don Bosco nel suo opuscolo sul Sistema preventivo a proposito dei castighi, nella sua severissima epoca:

Che regola tenere nell’infliggere castighi? Dove è possibile, non si faccia mai uso dei castighi; dove poi la necessità chiede repressione, si ritenga quanto segue: Continua a leggere

Allegria in classe

Allegria pedagogica

“Si dia ampia facoltà di saltare, correre, schiamazzare a piacimento…”, ricordava don Bosco, spesso criticato per il clamore che regnava nei suoi oratori, che sconcertava anche molti prelati. Continua a leggere

Mr. Bean

Studia di farti amare

Studia il modo di farti amare. Questo è l’invito che mi è sempre stato rivolto dai salesiani. Eppure, molti insegnanti preferiscono essere temuti, hanno bisogno di rimarcare il distacco rispetto alla classe, guardano con sospetto ai colleghi “piacioni”, che magari considerano flaccidi a livello educativo. Perché la vita è dura e la scuola, oggi come oggi sempre meno selettiva, coccola troppo i suoi studenti. Continua a leggere

Docente leader: tre modi di condurre una classe

Il primo modo è quello autoritario (leader autoritario). Si realizza attraverso l’imposizione, fa leva sulle regole, esercita la coercizione. Richiede forza in chi lo esercita e genera aggressività. Diventa ovviamente un metodo selettivo e produce ansia di prestazione. Nei più deboli il timore rischia di accrescersi a livelli insostenibili. La sua parola d’ordine è: disciplina. Al ragazzo si inculca il senso del dovere, la motivazione è sempre esterna finché non avviene il plagio e il super-io del ragazzo introietta i valori che stanno alla base di questo metodo. Continua a leggere

Dante, Leggi tu, illustrazione di Emanuele Taglieri

Didattica della poesia (1)

Questa sarà una settimana “a tema”, dedicata alla didattica della poesia. Vi ripropongo alcuni interventi sull’argomento già apparsi sulla rivista “Atelier”. Si parte con un sondaggio, quindi seguiranno tre interventi che metteranno in luce soprattutto l’esperienza dell’insegnamento della poesia nella scuola primaria e secondaria di primo grado, nel bienno e, quindi, nel triennio delle Scuole superiori. Infine, troverete alcuni miei versi, scelti da una delle diverse poesie che, effettivamente, si ambientano nella scuola o alla scuola fanno riferimento.

(L’opera scelta come copertina è di Emanuele Taglieri.
Cliccare sull’immagine per la visualizzazione completa)

Inchiesta sull’insegnamento della poesia

a cura di G. Ladolfi

Già in altre occasioni abbiamo espresso il timore che uno dei motivi, per cui la poesia contemporanea non viene letta, risieda nel fatto che la scuola non fornisce agli studenti gli strumenti di comprensione, il gusto della lettura e ignora completamente il cammino compiuto negli ultimi cinquant’anni. Abbiamo anche manifestato il dubbio che i docenti stessi siano aggiornati e preparati a questo compito, perciò in occasione dell’impegno programmato di tracciare alcune linee di didattica della poesia abbiamo considerato opportuno compiere un sondaggio per verificare l’attendibilità dei nostri sospetti. Continua a leggere

La mia scuola

Contro la scuola del nulla (o delle molte idee)

All’inizio del Novecento, la Congregazione salesiana viveva la sua massima espansione. Varie ragioni si possono addurre, ma credo che un motivo strategico risiedeva nella nuova figura di educatore che il genio di don Bosco aveva costruito, in rapporto alle sfide dei tempi nuovi. Il nucleo di tale novità consisteva nello spiccato senso civile implicito nell’azione dei salesiani, come ricorda il celebre motto “buoni cristiani e onesti cittadini” che fissava l’obiettivo educativo da raggiungere.

Anche il pedagogista e filosofo Giuseppe Lombardo Radice, in un opuscolo polemico (Clericali e massoni di fronte al problema della scuola, Roma, La Voce, 1920), rendeva omaggio al sistema preventivo e al progetto di scuola-famiglia ideato da don Bosco: Continua a leggere

La strana alleanza

La narrazione della vita della scuola, in questi decenni, presenta per lo più i genitori e gli insegnanti in una condizione di antagonismo.

Tuttavia, si danno anche strane formule di alleanza fra questi due soggetti, un’alleanza che diventa spesso tanto salda e strategica quanto deprecabile. (“Deprecabile? Ma come, per una volta che genitori e docenti vanno d’accordo…” – E invece sì, trattasi di alleanza deprecabile). Continua a leggere